Quando bisogna far addormentare un neonato è necessario prendere in considerazione diversi fattori. Il primo, forse più ovvio ma che molto spesso viene tralasciato, è che un neonato, a differenza di un bambino o di un infante di qualche anno, è mosso esclusivamente da processi istintivi ed abitudini acquisite ancora prima di venire al mondo. Ciò si traduce nella necessità, ancor prima di immaginare metodi per calmarlo o per indurlo al sonno, di avere la consapevolezza che non si sta parlando la stessa lingua. Da parte del genitore, o della tata, è necessario quindi uno sforzo nel trovare l’alfabeto giusto che possa essere decifrato dal neonato; processo, questo, che può durare giorni o settimane.
L’importanza delle routine
E’ importante quindi produrre nuove abitudini e routine che il neonato possa riconoscere, anche solo a livello istintivo. Cantare sempre le solite ninnananne, ad esempio, oppure effettuare le operazioni della “buonanotte” sempre nello stesso ordine, permettono al neonato di riconoscere un pattern, una sequenza che significa “è ora di andare a nanna!”.
Una delle prime difficoltà da affrontare deriva dal fatto che, durante il periodo prenatale, il neonato ha un ritmo veglia/sonno invertito rispetto alla madre. Infatti è molto più probabile che egli dorma cullato dai movimenti del genitore durante il giorno e, durante la notte, resti sveglio. Il primo step, dunque, è quello di stabilizzare questo ciclo, sottolineando la differenza tra giorno e notte attraverso alcune pratiche da attuare giornalmente e con costanza. Un esempio è quello di tenere il neonato in un ambiente luminoso durante la giornata, anche nel momento del riposino pomeridiano, giocare con lui e offrirgli uno scenario che veda il movimento e la luce come elementi distintivi. Stesso discorso, ma all’inverso, per la notte: durante la poppata notturna bisogna non accendere troppe luci, evitare di giocare con lui (anche se la tentazione è forte) e utilizzare toni calmi ed un volume basso di voce.
La scelta del passeggino o della carrozzina
In questa fase, è molto importante: rappresenterà, infatti, il luogo privilegiato del neonato durante i suoi primi mesi di vita. E’ importante che queste siano di ottima qualità e sicure e che abbiano la possibilità di proteggerlo dal sole o dal vento.
Sin da subito è importante quindi stabilizzare il suo orologio naturale, stando attenti ai segnali che il neonato istintivamente lancia per poter comunicare con gli adulti. Bisogna avere occhio attento e leggerli nel minor tempo possibile, in modo da poter rispondere e agire di conseguenza. Evitare i giochi notturni e mantenere un ritmo regolare nei riposi diurni è un ottimo sistema per far si che il bambino, già al sesto mese di vita, riesca a riaddormentarsi da solo.
Riconoscere la stanchezza
Ultimo, ma non meno importante, è riconoscere i comportamenti sintomo di stanchezza nel neonato: stiracchiamento degli arti, leggera irritabilità, sbadigli… Tutti questi comportamenti vogliono dire che è l’ora di metterlo a dormire. E’ importantissimo cogliere l’attimo in quanto, se non si agisce rapidamente, c’è il rischio che il neonato si “riattivi” con una conseguente maggiore difficoltà nel prendere sonno. Il mito del “far stancare il neonato” per farlo addormentare prima è decisamente falso. L’importante è assecondare i suoi ritmi naturali, modificandoli in maniera dolce e graduale.
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