Trekking: cos’è, benefici e rischi

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Stare tappati in casa ad agosto non è piacevole, anche se si è attrezzati con strumenti che aiutano a diminuire la sensazione di calura e l’umidità come climatizzatori e deumidificatori. Avvalersi di frescura artificiale non può essere sempre la soluzione, dunque fare gite fuori porta diventa fondamentale. Chi ha la fortuna di vivere nei pressi del mare ha già risolto, chi invece ha visto il mare solo in cartolina deve provvedere in altro modo. In un periodo caldo, per tenersi in forma e respirare aria pulita, il trekking ci viene in aiuto.

Cos’è il trekking? In italiano, siamo soliti chiamarlo escursionismo, ma non preoccupatevi, non c’è bisogno di fare gli speleologi e andare a cacciarsi in profonde grotte inesplorate per praticarlo. Il trekking è, fondamentalmente, camminare all’aria aperta in montagna o, al limite, in collina o zone pianeggianti. È possibile praticarlo affidandosi solo alle proprie gambe o salendo in sella di una mountain bike. Esiste anche il trekking a cavallo, ma perché complicarsi la vita?

Ci sono prevalentemente due scopi per praticarlo: per svago e stare in contatto con la natura e per motivi di studio di una specifica area. Non si può, però, improvvisare. Alzarsi una mattina e decidere di fare trekking attraversando sentieri di montagna senza averlo mai fatto prima è una pessima idea.

Trekking: come prepararsi

In primo luogo, bisogna informarsi dell’itinerario che si vuole seguire. Il percorso va deciso prima e non durante l’escursione. È necessario avere informazioni dettagliate su eventuali zone maggiormente pericolose, come alture, terreno scosceso o irregolare, su possibili luoghi di ritrovo e rifugi da visitare in caso di bisogno.

Importantissimo anche fare un piano d’azione che preveda la durata della propria sessione di trekking, le tappe e quantità di viveri da portare con sé. Le condizioni meteorologiche sono un altro fattore da tenere presente. Venire sorpresi da un temporale estivo non è un buon viatico per la nostra carriera da escursionisti. Per praticare trekking in tutta sicurezza, è necessario dotarsi della giusta attrezzatura e dell’abbigliamento più consono possibile.

Va premesso che uno zaino è sempre utile, ma questo non va mai riempito facendolo diventare un macigno. Per fare trekking, bisogna avere libertà di movimento.

Cosa portare

Gli oggetti più indicati sono, in primo luogo, quelli che servono all’orientamento. Una mappa del luogo, una bussola e un ricevitore GPS non possono essere dimenticati a casa. Un coltellino svizzero è anch’esso fondamentale per ogni evenienza. Ovviamente, bisogna rifocillarsi quindi è d’uopo portare con sé del cibo (non pesante e ricco di grassi) e dell’acqua.

Non dimenticate, inoltre, la crema solare perché, in zone in cui non c’è grossa presenza vegetale che possa difendervi dai raggi del sole, questo potrebbe picchiare forte. Proprio in virtù di questo, sarà dotarsi anche di un caschetto che ha un doppio scopo: proteggere la testa dal sole e attutire eventuali cadute.

Un fischietto è consigliato perché in casi del tutto eccezionali, potrebbe tornarvi utile per attirare l’attenzione dei soccorsi. Anche se il vostro intento fosse quello di fuggire dalla routine quotidiana, non dovreste lasciare a casa il cellulare ben carico.

Abbigliamento per fare trekking

Dipende dal periodo e dalle condizioni meteorologiche. Se mettete zaino in spalla in estate, vanno portate magliette a maniche corte traspiranti e giacche in goretex e primaloft, materiali sintetici traspiranti progettati proprio per questo tipo di attività. Le giacche in primaloft, inoltre, sono talmente leggere e comprimibili da poter essere messe in zaino senza che occupino molto spazio.

Non pensiate di fare trekking con i jeans. Pantaloni lunghi (quelli corti potete portarli come seconda scelta) molto leggeri vanno benissimo, l’importante è che vi sentiate confortevoli. Per le scarpe, bisogna fare attenzione al tipo di terreno che si andrà ad affrontare. In linea di massima, scarponi alti e robusti sono consigliabili su sentieri particolarmente impervi, mentre, se il vostro itinerario non prevede difficoltà di sorta, possono andare bene anche scarpe basse da running.

Benefici del trekking

Il trekking è un buon sostitutivo di altre attività fisiche che vengono regolarmente svolte per rendere tonico il fisico. Andare in palestra o iscriversi a un corso di zumba non sono per forza idee migliori e più efficaci. Anzi, il contatto con la natura è notevolmente più salutare e apporta grandi benefici alla circolazione e all’apparato respiratorio.

Camminare per almeno un’ora ci permette di bruciare circa 500 calorie. Non è fondamentale inoltre fare percorsi ripidi e tortuosi per vedere i risultati. Il tono muscolare viene modificato e migliorato in modo uniforme. Camminare infatti stimola varie parti del nostro corpo, non solo le gambe. Quadricipiti, glutei e addominali vengono stimolati in egual modo garantendo un risultato omogeneo in un sol colpo.

Fare trekking aiuta a dimagrire, quindi, ad abbassare la pressione arteriosa. Questa attività previene le malattie cardiovascolari. Da non sottovalutare anche l’utilità del trekking nelle prevenzione del diabete. Camminare, infatti, riduce la quantità di glucosio nel sangue.

Mens sana in corpore sano, dicevano i latini (Giovenale, per la precisione). Il trekking non aiuta solo il corpo, ma anche la mente. Il contatto con l’aria pulita e la natura combattono la depressione.

Rischi e cose da non fare

Ciò che fa bene può anche fare male se si persevera con le cattive abitudini. Chi vuole cimentarsi nel trekking deve alimentarsi nel modo corretto prima di una sessione. Non bisogna mangiare poco perché un calo di zuccheri potrebbe provocare mancamenti e svenimenti, mentre abbuffarsi provocherebbe lentezza nell’assimilazione del cibo facendoci diventare ogni passo un calvario.

Perdere la cognizione del tempo è un altro fattore di rischio. Prendetevi il vostro tempo, ammirate la bellezza della natura, ma non esagerate. Se vi fate sorprendere dall’oscurità potrebbe diventare problematico riprendere la via del ritorno.

Imboccare un sentiero non programmato è assolutamente da evitare. Seguite le tappe che avete preparato in precedenza senza farvi ingolosire da strade secondarie che potrebbero nascondere meraviglie ma anche pericoli come dirupi o simili. Godetevi il momento senza strafare.

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