Ne abbiamo sentito parlare molte volte, in particolar modo associato a motori e a riscaldamenti, ma cos’è il bioetanolo?
Si tratta di una sostanza il cui forte interesse partì dall’America intorno agli anni ‘70, a seguitodella crisi petrolifera che suscitò gravi ripercussioni sulle politiche energetiche.
La casa produttrice Ford ne promosse sia lo sviluppo che l’utilizzo, iniziando la produzione.
Attualmente, il Paese che ha investito di più sul nuovo carburante ecologico è il Brasile, seguito poi dagli Stati Uniti.
Il bioetanolo è dunque ecologico?
Sì! Il bioetanolo ha emissioni di gas serra quasi nulle in quanto si tratta di un alcol liquido e incolore ricavato dalla fermentazione di biomasse, spesso di scarto. Per la sua produzione, infatti, si utilizzano maggiormente cereali amidacei (ad esempio, il mais) oppure le colture zuccherine (ad esempio, la canna da zucchero) che vengono poi fermentate. Sono sotto studio altre tipologie di produzione, per evitare di sottrarre prodotti destinati all’alimentazione.
In base al processo di produzione di bioetanolo e alla materia prima utilizzata, si ottengono
diversi sottoprodotti da utilizzare in vari ambiti. Ad esempio, il bioetanolo viene prodotto e commercializzato in forma pura oppure in miscele proporzionate con la benzina. Non di secondaria importanza, viene utilizzato nei motori anche perché garantisce ottime prestazioni grazie all’elevato numero di ottani presenti nell’etanolo puro rispetto alla benzina.
Ma l’aspetto principale su cui si spinge per la sua produzione è dato proprio dalla necessità di trovare soluzioni contenitive all’inquinamento emesso, soprattutto nelle grandi città.
Come abbiamo accennato sopra, i principali pregi dei biocombustibili come il bioetanolo sono:
- non contribuiscono all’emissione di anidride carbonica nell’aria
- non contengono zolfo
- non emettono altre sostanze nocive
sono totalmente biodegradabili
Ma come potremmo utilizzare il bioetanolo?
Si è diffuso negli ultimi anni un nuovo metodo di riscaldamento domestico con l’utilizzo del bioetanolo in stufe o camini. Questi tipi di riscaldamenti non hanno bisogno di una canna fumaria in quanto, come abbiamo visto, non emettono sostanze nocive nell’ambiente e nemmeno fumo. La novità è data, quindi, dall’assenza di vincoli nell’installazione e nell’utilizzo di stufe e camini in qualunque tipologia di casa, anche negli appartamenti in un condominio.
Grazie all’assenza della canna fumaria, non vi è alcuna dispersione di calore: rilascia tutto il calore che produce, ma anche molto vapore acqueo che aumenta l’umidità dell’ambiente.
Tra gli svantaggi, il riscaldamento a bioetanolo non riesce a riscaldare l’intera casa. Il consiglio che ti do è quello di utilizzarlo per bene. Affiancalo magari ad un sistema di riscaldamento principale. Ricchi di informazioni, adesso non ci resta che valutare la scelta di investimento nel bioetanolo.